La fauna della Riserva del Vergari

La salamandrina con gli occhiali nella fauna del Parco Fluviale del Vergari

Nel territorio del Vergari, oltre ad una straordinaria ricchezza floristica è presente anche una ricca fauna, che ne rende ancora più alto il valore naturalistico ed ambientale. Nonostante negli ultimi anni si sia assistito – un po’ ovunque ed anche in molte zone del massiccio silano – ad una progressiva riduzione della presenza di alcune specie, nell’area del Vergari questo fenomeno è stato senza dubbio molto contenuto o addirittura assente. Ciò è legato essenzialmente ad un insieme di favorevoli circostanze riassumibili nel mantenimento di un’agricoltura a basso
impatto ambientale, nell’assenza di interventi strutturali (come grandi strade) capaci di intaccare gli ecosistemi ed i corridoi ecologici e di opere idrauliche invasive lungo le aste fluviali, nella conservazione di una sostanziale integrità dei boschi, nel contenimento dell’azione devastante degli incendi, nel controllo della caccia irrazionale e del bracconaggio che non trovano terreno culturale fertile.

In estrema sintesi, si può dire che è stata svolta un’importante azione di salvaguardia dell’ambiente, soprattutto grazie alla intelligente presenza dell’uomo che funge da insostituibile presidio quando si inserisce in modo equilibrato, armonioso ed organico nella natura, di cui si deve sentire sempre e comunque parte integrante.

Gli animali più comuni

La fauna della zona annovera moltissime specie. Tra i mammiferi, presenti con un gran numero di esemplari, sono particolarmente da menzionare: il capriolo (Capreolus capreolus), ungulato presente nel piano montano superiore, spesso predato dal lupo e frequentante gli stessi alti pascoli in cui sono condotte le mandrie di bovini che, seguendo le strade della transumanza, popolano da maggio-giugno a settembre-ottobre, l’altopiano della Sila e le sue pendici; il cinghiale (Sus scrofa), che negli ultimi anni ha spesso raggiunto presenze numericamente elevatissime, distribuito in habitat molto differenti (dalla lecceta delle zone basse sino alla faggeta), i cui passaggi sono resi evidentissimi dal rivoltamento del terreno scavato alla ricerca di tuberi e radici, e che in inverno tende a scendere nella macchia dove il clima decisamente più mite gli consente di trovare più facilmente cibo, costituito da ghiande, tuberi e alcuni frutti, come il corbezzolo; la lepre (Lepus europaeus), presente in molti ambienti – dalla marina all’alta montagna – timido animale con abitudini essenzialmente notturne, quando non è difficile osservarla spesso inseguita dalla volpe (Vulpes vulpes) che nelle zone basse è il re dei carnivori, pur non disdegnando bacche, frutti selvatici e frutti domestici che si trovano nelle campagne.

Tra i piccoli roditori si possono ammirare il delizioso moscardino (Muscardinus avellanarius), il ghiro (Glis glis) e lo scoiattolo meridionale (Sciurus vulgaris meridionalis); mentre tra i carnivori mustelidi sono molto diffusi la faina (Martes foina), la martora (Martes martes), la donnola (Mustela nivalis), la puzzola (Mustela putorius) e il tasso (Meles meles).

Molto numerose anche le specie di uccelli, in primis i rapaci come l’astore (Accipiter gentilis) e lo sparviero (Accipiter nisus), legati al bosco; la poiana (Buteo buteo), il gheppio(Falco tinnunculus), il falco pellegrino (Falco peregrinus), il nibbio reale (Milvus milvus), il nibbio bruno (Milvus migrans) e l’albanella reale (Circus cyaneus), che preferiscono invece le pareti rocciose e gli spazi aperti alle pendici della Sila. Fra i rapaci notturni si ricordano il barbagianni (Tyto alba), il gufo comune (Asio otus), l’allocco (Strix aluco), la civetta (Athene noctua), l’assiolo (Otus scops). Numerosi anche i corvidi, tra cui il corvo imperiale (Corvus corax), la cornacchia grigia (Corvus corone cornix), la gazza (Pica pica) e la ghiandaia (Garrulus glandarius) conosciuta come l’uccello dei novantanove canti. Tra i colombiformi sono presenti il colombaccio (Columba palumbus), il piccione selvatico (Columba livia) e la tortora (Streptopelia turtus).

Importante anche la presenza del picchio nero (Dryocopus martius), del picchio rosso maggiore (Picoides major) e, nei boschi umidi, della beccaccia (Scolopax rusticola) e del beccaccino (Gallinago gallinago). Molto numerosi, infine, i passeriformi, tra i quali ritroviamo il merlo (Turdus merula), il tordo sassello (Turdus iliacus), la cesena (Turdus pilaris), la cinciallegra (Parus major), il cardellino (Carduelis carduelis), insieme a molti passeri, allodole, silvie, fringuelli, ecc.

Gli anfibi sono rappresentati dalla salamandra pezzata (Salamandra salamandra), dalla rana italica (Rana italica), dalla rana verde (Rana esculenta), dalla rana agile (Rana agilis), dalla raganella (Hyla arborea), dal rospo comune (Bufo bufo), dall’ululone dal ventre giallo (Bombina variegata).

Tra i rettili, invece, troviamo la biscia dal collare (Natrix natrix), il ramarro occidentale (Lacerta viridis), la lucertola muraiola (Lacerta muralis) e la lucertola campestre (Lacerta vivipara), il geco o tarantola dei muri (tarantola mauritanica), l’orbettino (Anguis fragilis), la vipera comune (Vipera aspis), il biacco (Coluber viridiflavus), il cervone (Elaphe quatorlineata), il saettone (Elaphe longissima) e il colubro liscio (Coronella austriaca), la testuggine palustre (Emys orbicularis) e la testuggine terrestre (Testudo graeca).

Ampiamente rappresentata anche la fauna ittica, della quale si segnalano soprattutto la trota fario (Salmo fario), l’anguilla e il granchio di acqua dolce.

Naturalmente ricchissima la rappresentanza degli insetti, di cui se ne citano solo alcuni a puro titolo esemplificativo: Melolontha melolonhta, Cetonia aurata, Cerambyx cerdo, Zonabris variabilis, Tettigonia viridissima, Mantis religiosa, ecc.. E tra gli insetti un cenno particolare meritano le farfalle, diffusissime in tutti gli ambienti, tra le quali si ricordano: Pieris brassicae, Aporia crataegi, Vanessa cardui, Papilio machaon, ecc.

Il territorio ospita la fauna tipica delle aree appenniniche, tra cui molte specie contemplate nella Direttiva 79/409/CEE “Uccelli” e nella Direttiva 92/43/CEE “Habitat”. Si ricordano il lupo, il gatto selvatico (specie ormai a rischio di estinzione), la volpe, i mustelidi (martora, faina, tasso, donnola), l’istrice, il ghiro, lo scoiattolo nero meridionale, il capriolo, il cinghiale e la lepre. Notevole è la presenza della popolazione ornitologica, rappresentata anche da specie protette: corvo imperiale, gheppio, falco pellegrino, astore, sparviere, poiana, nibbio bruno, nibbio reale, falco di palude, albanella, biancone, falco lodolaio, gufo reale, allocco, barbagianni, assiolo, airone cinerino. Tra i rettili, alcuni dei quali inseriti in allegato “Habitat”, si ricordano: cervone, saettone, biacco, biscia dal collare, coronilla austriaca, vipera, lucertola campestre, ramarro, luscengola, tartaruga terrestre, tartaruga di fiume. Molto bene rappresentati sono anche gli anfibi, anch’essi parzialmente inclusi in allegato “Habitat”, tra i quali possiamo ricordare: rana italica, rospo comune, raganella, tritone, salamandrina dagli occhiali, salamandra pezzata.

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